Un attimo dopo che il mondo è venuto a conoscenza della pandemia di covid-19, per tutti i governi è stato chiaro che i più colpiti sarebbero stati i cittadini più deboli, in primis le persone anziane. Tutti i governi europei hanno puntato il dito verso pensionati e anziani, intimando loro di restare a casa. Per il loro bene. E così, frotte di cittadini over-65 che tranquillamente passeggiavano, bevevano un caffè con gli amici, viaggiavano con la famiglia, leggevano il giornale al bar, si sono ritrovati chiusi fra le quattro mura domestiche. Nel frattempo, i dati ci informano che covid-19 colpisce anche persone considerate sane, giovani e forti, con una preferenza per il sesso maschile. Le donne risultano, infatti, meno colpite da covid-19 che, sembrerebbe, preferire gli uomini! Tutti siamo ora a casa e osserviamo le regole che limitano la libertà individuale di tutti. Le osserviamo e le condividiamo.
La prima parola che porto all’attenzione di chi legge è anziani. In Svizzera, attualmente vivono 1.465.565 persone di età superiore a 65 anni, pari al 17,8% della popolazione totale. Per analogia e forzando un po’ il calcolo statistico, poiché gli italiani residenti in Svizzera sono 330.000 (dati 2018), il 17,8%, cioè 58.740, ha più di 65 anni. In effetti, i nostri connazionali che vivono in Svizzera dopo il pensionamento sono numerosi. Anche per loro, la condizione di confinamento quasi totale è difficile e forse anche colorata di solitudine.
Solidarietà fra singoli ed anche di gruppi, che si organizzano per proporre il loro aiuto a chi si trova in difficoltà. In prima linea, gli anziani, le persone con disabilità, le persone indebolite da malattie pregresse. Questa stessa solidarietà si sta manifestando anche tra paesi. L’economia è ferma, la solidarietà riaffiora e si fa largo fra gli individui e fra i governanti.
In Svizzera, dove la preoccupazione sanitaria non è ancora a un livello emergenziale (ma lo sarà a breve), numerosi sono i comuni che hanno previsto forme di sostegno e di aiuto per le persone anziane: per esempio, la spesa a domicilio oppure la consegna di pasti caldi. La tela della solidarietà si è tessuta in poco tempo e rapidamente quasi tutte le persone in difficoltà o fragili hanno trovato una soluzione. Nessuno è lasciato solo. Numerose associazioni organizzano permanenze telefoniche negli orari d’ufficio per rispondere, informare e confortare le persone anziane. Soprattutto per ascoltare e sostenere. O anche risolvere piccoli problemi quotidiani.
Sappiamo che la strada sarà lunga, non ne usciremo tanto presto. L’influenza spagnola si manifestò con ondate successive. In questi giorni, gli scienziati hanno avvertito che l’attuale scenario potrebbe ripetersi dopo l’estate.
Dovremo stare attenti ai contatti per molti mesi, riprenderemo in parte la nostra vita di sempre, poi, in occasione di una nuova onda della pandemia, torneremo a chiuderci in casa. E di nuovo anziani e solidarietà torneranno in auge. La parte bella di questa pandemia: siamo tutti un po’ migliori.