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80 anni dopo, ancora antifascisti

Il 25 aprile 2025 si celebra l’ottantesimo anniversario della Liberazione dall’oppressione nazifascista in Italia. Un momento che assume valore se, oltre alla giusta commemorazione, diventa un’occasione per riflettere sulle sfide che la democrazia continua ad affrontare.

Assistiamo alla diffusione di movimenti che restringono gli spazi democratici, promuovono politiche autoritarie e criminalizzano il dissenso sociale. Non si tratta di episodi isolati, ma di una strategia mirata a erodere lo Stato di diritto e la convivenza civile. Sempre più spesso si verificano intimidazioni, campagne di disinformazione e minacce contro chi difende i valori democratici.

Come espressione della collettività italiana in Svizzera, abbiamo ereditato una storia che ci lega profondamente alla Resistenza: molti nostri connazionali trovarono rifugio in questo Paese, e da qui contribuirono a mantenere viva la lotta per la libertà. Quelle esperienze di solidarietà e impegno civile sono oggi un monito e una guida per affrontare i pericoli attuali.

In quanto firmatari di questo appello, onorando la memoria della Resistenza, intendiamo contrastare il ritorno di ideologie autoritarie e discriminatorie. Tuttavia, l’impegno non può fermarsi alla memoria storica. Oggi è essenziale riconoscere le motivazioni che spinsero le persone a opporsi al fascismo: non si trattava solo di combattere una dittatura, ma di rifiutare un sistema che giustificava l’umiliazione dei più deboli da parte dei più forti.

Motivazioni che ci appartengono e che ci inducono a ribadire con convinzione la loro inequivocabile contrarietà ad ogni forma di fascismo.

Perché essere antifascisti, oggi come allora, significa difendere i valori della democrazia, della libertà, dell’uguaglianza e dei diritti umani. Significa opporsi a un’ideologia che esprime oppressione, discriminazione e violenza. Significa lottare contro le disuguaglianze, promuovere pari opportunità per tutte e tutti, e costruire un mondo in cui nessuno sia soggetto a discriminazioni o violenze per la propria origine, religione o orientamento sessuale.

La libertà, al pari della democrazia, non è mai definitiva e va costantemente difesa e riaffermata con partecipazione, assumendo la responsabilità di essere vigili, raccogliere, denunciare e contrastare ogni atto di intimidazione e attacco ai valori che richiamano diritti fondamentali.

Questo appello è un invito a rafforzare l’impegno, promuovendo azioni concrete finalizzate alla costruzione di una rete informale di solidarietà a sostegno di un futuro di giustizia e libertà.

Solo uniti è possibile contrastare l’odio e difendere la democrazia e la dignità di tutte e tutti.

ACLI (Associazioni Cristiane Lavoratori Internazionali Svizzera)

ANPI Ginevra (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia)

AVS (Alleanza Verdi e Sinistra in Svizzera)

Comitato XXV Aprile Zurigo

FCLIS (Federazione Colonie Libere Italiane in Svizzera)

Fondazione Margherita per la cultura italiana

PD (Partito Democratico in Svizzera)